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— Ma sentiamo... Cosa dice?...

— Me ne vo, — riprese il barbiere umilmente. — Torno sul palcoscenico perchè adesso lei ammazza il primo amoroso, e devo pettinarla coi capelli giù per le spalle... Mi raccomando, donna Fifì!... Non mi tradite!...

— Ma che dice? — ripetè la mamma.

Nicolino cacciò il capo fra di loro, e si buscò una pedata. Agli strilli accorse don Filippo, che stava passeggiando nel corridoio, perchè il palco era pieno zeppo.

— Che c’è?... Al solito! Facciamo ribellare tutto il teatro... soltanto noi!...

Canali cacciò anche lui il capo dentro il palchetto.

— State attenti! Ora c’è la scena in cui s’ammazzano!...

— Magari! — borbottò fra i denti Fifì.

— Eh? Che cosa?

— Nulla. Fifì ha mal di capo, — rispose don Filippo. Quindi piano alla moglie: — Si può sapere che cosa c’è?

— Si soffoca! — aggiunse Canali. — Mi fate un po’ di posto?... Guardate lassù!... quanta gente! Quasi quasi mi metto in maniche di camicia.

C’era una siepe di teste. Dei contadini ritti in piedi sulle panche della piccionaia, che si tenevano alle travi del soffitto per guardar giù in platea; dei ra-