Pagina:Mastro-don Gesualdo (1890).djvu/178


— 170 —

sotto il braccio un tovagliuolo che pareva un sacco, quasi fosse venuta per lo sgombero. Al primo momento don Luca rimase imbarazzato, vedendo il fratello di Speranza che gli aveva mandato a dire mille improperi con suo marito Burgio; ma non si perse d’animo per questo, e trovò subito il pretesto:

- C’è il canonico Lupi?... Mia moglie, qui, m’ha detto ch’era montato in carrozza cogli sposi...

La gnà Grazia allora entrò svolgendo adagio adagio il tovagliuolo, e ne cavò una caraffina d’acqua d’odore, tappata con un batuffoletto di cenci.

- L’acqua benedetta!... Abbiamo pensato per donna Bianca!

E si misero ad aspettare tranquillamente, marito e moglie, in mezzo alla sala.

In quel momento tornò il canonico Lupi, rosso in viso, sbuffando, asciugandosi il sudore. E a prevenire ogni domanda si rivolse subito al padrone di casa, sorridendo, coll’aria indifferente:

- Don Gesualdo... se avete intenzione di farci fare la bocca dolce!... Mi pare che sia tempo!... All’alba ho da dir messa, prima d’andare in campagna.

- Vado? - saltò a dire subito Santo. - Mettiamo mano?

Si alzò in piedi la sposa; si alzarono dopo di lei tutti gli altri, e rimasero fermi ai loro posti, aspettando a chi toccasse aprire la marcia. Il canonico si