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una fanciulla in sulle spalle, senza conoscere anima vivente in Napoli, egli trovavasi nella necessità di dover tra poco tempo provvedere alla sua sussistenza, non meno che a quella delle due compagne che la natura gli avea date; oltre a ciò, era mestieri comprar libri, pagar maestri, ed attendere allo studio. Come fare? Per colmo di sventura, egli aveva un aspetto che a prima vista ispirava ripugnanza e avversione.

Gli è vero che nella sua patria il tapinello erasi veduto nella medesima posizione di dover provvedere, ancor fanciullo, alla vita giornaliera della sua famigliuola; perciocchè suo padre, due anni prima di morire, aveva abbandonata la sua famiglia, e avea tratto a Napoli, dove per lo appunto trapassò. Non è questo il momento di dire quali circostanze accompagnarono la costui morte, e quale si fu il motivo, per cui postergò i suoi. Avremo, nel corso di questa storia, l’occasione di tornar parecchie volte su tali avvenimenti.

Che cosa fece Gaetano, venendo in Napoli, per avere mezzi da vivere e da studiare? Egli si presentò, dopo alquanti giorni, ad un vecchio notaio che poco discosto dall’abitazion di lui avea la sua curia, e propriamente al cantone di una stradella appartata della vecchia Giudecca. Questo notaio in sua giovinezza goduto non avea certamente un’ottima fama; e ora nell’esercizio della sua professione, immune non andava di alcune tacce di cui giammai non avea pensato a scolparsi, e che però, presso la ple-