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di fr. di g. martini. 7


Pel lungo soggiorno ch’egli fece in Urbino, fuvvi chi, essendo Francesco ancora in vita, lo disse urbinate; ma i suoi concittadini se lo rivendicarono, e nulla può opporsi ai documenti che lo dicono Sanese, ed alle parole sue stesse nel Trattato d’architettura laddove dice (codice sanese, fogli 7 e 8) la marittima della mia città di Siena; il territorio della mia città di Siena.

Della prima giovenile età sua puossi ben dire che la passasse tra gli studi, ma sotto qual maestro è impossibile lo asserirlo. In calce al codice sanese vi è una nota, la quale dice che Francesco di Giorgio fu scolaro di Filippo Brunellesco: perchè quest’opinione meritasse fede, vi vorrebbe in vero qualche cosa più d’una semplice annotazione di moderno carattere; l’epoca lo consente essendo morto il Brunellesco nel 14461, ma non si giudichi di queste cose da quanto vediamo ai giorni nostri, chè allora un sanese che si fosse dato discepolo ad un fiorentino, o viceversa, sarebbe stata, per gli odii municipali, cosa pressochè mostruosa: d’altronde lo stile di Francesco se è della scuola toscana, non è però della fiorentina per nulla, nemmeno nelle parti; in quei tempi felici delle arti studiavasi il bello in natura e nei monumenti, nè un artista facevasi pedissequo di un altro.

Prima notizia di sua giovinezza l’abbiamo trovandolo l’anno 1447 in Orvieto, dove dà il nome suo ai maestri di quella loggia: vi dipingeva allora fra Giovanni Angelico da Fiesole, il quale partendosene sul fin di settembre, ebbe voglia Francesco, che certamente dovealo amare assai, di seguirlo; ma il 14 novembre adunati i fabbricieri ordinarono al camarlingo badasse che Francesco non lasciasse Orvieto2.

    tale e tal anno, e colle quali ora accenna l’epoca della morte, ora quella del maggior grido dell’artista. Qui però l’anno 1470, e meglio assai il 1480, parmi indicare quello della morte, poichè, dopo di esso, nessuna opera più gli appone. Pure, rimane una grave difficoltà, ed è il dire dell’essere stato Francesco innalzato tra i sommi magistrati della sua città, la qual cosa non fu che nel 1493. Ma sapeva egli, il Vasari, in qual anno goduto avesse Francesco di tale onore? Certo la sua cronologia è corrottissima, sicchè sia meglio abbandonarla affatto anzichè discuterne.

  1. Baldinucci. Vita del Brunellesco. Firenze 1812, pag. 279.
  2. Storia del Duomo d’Orvieto, pag. 127, 129. Alla pag. 119 il Della Valle dice che gli fu maestro un Luca da Siena, che vi scolpì nel 1388 la pila dell’acqua santa: non ne dà prove.