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libro iv 235

vacuo del tempio che di fuori, porchè più lume rendano. Il numero delle finestre nel giudizio rimane dell’architetto, come è detto delle porte. E così sia posto fine alle parti medie dei templi quanto alla lettera; segue il disegno (tav. III, 15, 16, 17).


CAPO VII.

Le navate, le cappelle, le volte e l’altare.

Quattro sono le parti principali intrinseche ovvero interiori del tempio: simulacro, cappelle, navate di colonne, e volte ovvero tegumenti: delle quali ultimatamente è da dire le commensurazioni e proprietà. Quanto alla prima parte, essendo il tempio oblungo, non è dubbio che il luogo del simulacro, o del vero Sacramento, debba essere alla fine del tempio rincontro alla porta principale elevato, al quale per gradi si pervenga, a denotare la distanza della perfezione di Dio alla nostra, la quale è infinita, e significare Esso essere elevato sopra tutte le cose possibili. Ma quando il tempio fusse tondo, ovvero traente al tondo, allora insurge dubbio qual sia più conveniente luogo per il simulacro, o veramente appresso alla circonferenza, ovvero nel centro del tempio, perocchè esempi, ragioni e autorità sono dall’una e altra parte; gli esempi ed autorità essendo divisi, per quelli non si può concludere alcuna parte della contradizione: ma luogo è di assegnare qualche ragione per ciascuna delle parti, le quali non sono dimostrative, perchè la materia non lo pate, ma solo suasive, ed in tal caso a quelle che maggior apparenza hanno è da accostarsi. Molti dicono che per dimostrare Dio essere in nobiltà e perfezione lungi da noi per infinita distanza, è conveniente che il simulacro sia più distante dalla porta principale che si può, e questo luogo non è se non appresso alla circonferenza opposita alla porta: oltre a questo non pare conveniente sia in mezzo, acciochè tutti quelli che nel tempio fussero, come un retto aspetto abbiano il simulacro a risguardare; aggiungono ancora questa essere stata usanza e rito dei gentili, con i quali, fra gli altri, Aurelio Aùstino