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libro ii. 159

l’altezza di uno o due solari faccia nell’aere grande mutazione, perocchè a senso si conosce manifesta differenza in poca distanza.


CAPO II.

Delle parti esterne delle case, e delle scale.

Dichiarato il sito ovvero aspetto delle case, al presente è da trattare di più proprietà o parti a tutte le case appartenenti, cioè porte, finestre, scale, camini, necessarii, canove, oliari e luoghi per le case comuni, acciocchè più volte una medesima cosa non s’abbia a replicare e mettere capitolo in capitolo. Dico adunque che la proporzione delle porte segue quella della faccia della casa, e similmente quella delle finestre in questa forma. Dividasi l’altezza dell’inferiore abitazione in parti cinque, delle quali l’altezza della porta sia due e due terzi, cioè quindici ottavi1, e di quest’altezza si trae la proporzione della larghezza, perocchè debba essere subdupla all’altezza, ovvero la metà. L’altezza delle finestre è dividendo l’altezza del secondo solaro2 in cinque come l’altra, e di queste due e un terzo se ne attribuisce all’altezza delle finestre, cioè quindici settimi3, la larghezza delle quali similmente è subdupla colla sua altezza. Oltre a questo le finestre devono essere elevate dal primo solaro una parte del diametro del secondo solaro diviso in cinque come è detto, sicchè sopra le finestre resti del diametro un quinto e due terzi; e se per caso le finestre tant’alte fossero che comodamente a quelle gli uomini non si potessero appressare, facciasi più gradi secondo il bisogno, per i quali ad esse si ascenda 4. La distanza delle finestre

  1. Volle dire, otto quindicesimi.
  2. Cioè nel secondo piano (Carpentier, Gloss. novum in Solarium.) Diametro, più sotto, è sinonimo di altezza.
  3. Correggasi, sette quindicesimi.
  4. Fecersi dapprima nei castelli e nelle case forti le finestre molto elevate dal pavimento, e ciò per comodità e difesa di chi combattesse dalle stanze; i gradini erano solitamente tre o quattro, ed i due superiori ripiegati in modo che formavano un sedile di qua e di là nel vano. Infiniti esempi sen hanno negli edifici de’ tempi medii, e vedonsi ancora nel palazzo celebre di Caprarola.