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libro i. 149

cavandosi i fondamenti d’una rocca1, e per esperienza si vedde quella essere ottima. E con queste brevi parole sia posto termine a questa particula.


CAPO IX.

Le Arene.

Secondo l’ordine dato di sopra, al presente è da trattare delle arene, delle quali la perfezione per tre manifesti segni si conosce. Primo è per la sua asperità senza la quale non si trova alcuna bontà in essa. Il secondo è la sua aridità, in modo che in mano comprimendola, l’una parte con l’altra non si continui. E il terzo che ponendola in alcun panno lino involuta, e semplicemente essendo il panno scosso, non rimanga tinto d’alcun colore2. Dopo questo è da considerare la natura delle specie delle arene: la prima è chiamata carbunculo, di color nigro, a ogni lavoro attissima, trovasene appresso alli monti di Roma e presso Viterbo: la seconda è detta pozzolana, denominata da Pozzolo, perocchè in quella parte se ne trae gran quantità, in color rossa, e di questa se ne trova in più luoghi presso a Roma; scrive Plinio3 questa avere i Romani usato per riparo dell’onde del mare, perocchè bagnata tanto dura si faceva, che in breve tempo era come un sasso solida, la quale eziandio è conveniente ad ogni muraglia in luogo molle, umido o secco4: appresso a Siena in luogo detto monte Albuccio una specie di arena si trova, di color bigio, atta ad ogni edificio: di un’altra differenza si trova appresso al Nilo5 e nella montagna di Siena appresso al monastero di S. Leonardo, di bianco colore, che in ogni luogo fa tenacissima presa.

  1. Di Mondavio si parlerà al lib. V. Esempio 29.
  2. Vitruvio lib. II. cap. 4.
  3. XXXV. 47. XXXVI. 14. Fra gli antichi parlarono della pozzolana ancora Vitruvio, Dione, Seneca, Isidoro, ed altri.
  4. La pratica ne insegna come meglio convenga la pozzolana ne’ due primi casi che nel terzo.
  5. Plinio, XXXVI 47.