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tuale, nel quale si sono fossilizzate verità antiche, salutari per il loro tempo, che oggi, almeno per la forma che rivestono, sono diventate un ostacolo alla nostra vita spirituale. Come ha luogo la reazione contro queste sopravvivenze? Per la negazione fatta fine a sè stessa. La conservazione superstiziosa provoca la ribellione scettica che nega la religione stessa come una stoltezza e che tuttavia non è, noi lo sappiamo bene, se non la preparazione negativa di una nuova costruzione positiva, di una nuova filosofia, di una nuova vita religiosa. Così anche la negazione democratica è nella sostanza una tendenza dissolutiva diretta contro una aristocrazia diventata moralmente insufficiente: la democrazia liberale contro l’aristocrazia feudale, che non è stata distrutta che in parte e che ci attraversa ancora, come un cadavere, la via; la democrazia sociale contro la aristocrazia curiale e industriale, che si è rapidamente dimostrata impari alle nuove esigenze morali del corpo sociale. Ma la direzione e il senso di questi movimenti sono al di là della loro negazione, nella preparazione spesso inconscia di una nuova aristocrazia che incarni la nuova unità morale sorta nella coscienza sociale: le convulsioni sociali presenti dovrebbero essere il travaglio del parto che accompagna la generazione di un nuovo ordine morale e di una nuova organizzazione ad esso rispondente.

Dico «dovrebbero essere» e non «sono», perchè quando il contrasto fra la costituzione antica e le esigenze nuove dello spirito sociale è diventata troppo grande, si hanno quelle violenti crisi negative che diciamo rivoluzioni, crisi che spesso sono salutari e che risolvono, come provvide operazioni chirurgiche, una situazione diventata insostenibile; ma che spesso mettono anche in pericolo la vita dell’organismo ed in ogni modo costituiscono sempre per lo stesso una scossa violenta dalla quale non potrà riaversi che dopo un certo periodo di tempo. L’origine di tutti i nostri mali presenti risiede precisamente nell’acuto squilibrio, che tutti sentono, tra le esigenze più delicate e più alte di una nuova coscienza sociale, che richiede un nuovo ordine ed un nuovo diritto, e la costituzione tradizionale che ci appare degenerata in una sistemazione iniqua di brutali volontà egoistiche, ma soprattutto nella incapacità, in cui il nuovo principio si trova, di affermarsi e di libe-