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versi morali e sacri 365

     — Oh Dio, chi mi nasconde
il vago, ond’io sospiro?
Il chiamo, e non risponde;
il cerco, e nol rimiro.
Chi l’abbraccia e l’accoglie?
chi ’l contende a quest’occhi? e chi me ’l toglie?
     Oimè, che ’l cor si strugge
infra sospetto e spene!
Lo spirito mi fugge,
fuggito ogni mio bene.
Sparito è il mio trastullo;
perduta ho, lassa! il mio divin fanciullo.
     O figlie di Sionne,
ch’errando ite per via,
voi vergini, voi donne,
voi prego in cortesia,
date, datemi aviso
dove tanto splendor fa paradiso.
     Narrategli il mio pianto
e la mia morte viva;
ditegli come e quanto,
abbandonata e priva
del suo celeste sguardo,
di dolore e d’amor languisco ed ardo.
     Forse non conoscete
il mio sposo, il mio figlio?
se pur qual sia chiedete,
è candido e vermiglio:
non ha bellezza eguale,
lingua, penna o pensier tanto non sale.
     Di colomba amorosa
ha le luci divine,
ha le labra di rosa,
ha d’ambra e d’oro il crine;
appo le guance intatte
fôran vil paragon porpora e latte.