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le pitture e le sculture 239

viii

niobe

di Luigi Brandin.

     Madre infelice, e qual rassembra, ahi lassa!
mentre stral dopo stral scocca dal cielo
la coppia inesorabile di Delo,
ch’a la cara sua stirpe il fianco passa!
     Di sette e sette figli orbata e cassa
sol in un giorno, in su l’estremo telo,
sparsa le vene di marmoreo gelo,
di dolor cade e di stupore insassa.
     Giá tace e torpe, impallidisce e langue,
giá pietra divien candida e pura,
se non quanto la macchia il vicin sangue.
     Ecco le membra irrigidite indura;
ecco a se stessa, immobile ed essangue,
corpo è fatta in un punto e sepoltura.


ix

sansone in grembo a dalila

di Giovati Battista Paggi.

     Paggi, quel tuo Sanson sí ben dipinto,
che, dalla bella filistea tradito,
vien del fatal suo crine impoverito,
orbo degli occhi e da’ legami avinto;
     specchio esser può verace, ancor che finto,
de l’uom che, lusingato ed invaghito
da la carne vezzosa, è poi schernito
in guisa tal che ne rimane estinto;
     e ’n pigro sonno immerso e ’n vano foco,
perde con la costanza invitta e forte
de la ragione il lume a poco a poco:
     alfin, tra dure e rigide ritorte,
del nemico divien favola e gioco,
e del suo vaneggiar termine è morte.