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corressono per le mani degli uomini, acciocché non vi si leggessono i suoi furti fattimi. I quali non si possono negare In modo veruno, apparendo chiaro che le mie stampe sono molto anteriori di tempo alle sue, e sapendosi da ognuno che io nello scrivere invento del mio e ch’egli all’incontro si serve dell’altrui. E bramò similmente che Y Occhiale stesse soppresso, perché in quello non fusse veduto il suo poco sapere e gli altri difetti. La quale scrittura (l ’Occhiai dico), se bene non si stampò se non alcuni mesi dopo Tesser lui morto, egli però la vide e lesse in Roma (ch’era in poter del mastro del sacro palazzo per la revisione, la qual si suole spesso commettere ad altre persone), e fece si, col mezo delle sue potenti amicizie, ch’io non potei stamparla fin ch’egli visse. Il che da me si prova diffusamente nella Replica all’Aleandri, ed a quella mi rimetto a suo tempo.

Ora a tutti questi inconvenienti e disordini ed a tutti questi miei danni io son sicuro che potrebbe ampiamente riparare l’ingenua bontá e la riverita autoritá dell’ E. V. Alla quale, si come a giá autenticato arbitro c’ho detto ch’Ella è, io m’appello del pubblico torto che conosco farmisi, ed insieme la supplico a non tollerare che la povera virtú rimanga oppressa dalla malignitá de’ suoi ignoranti nemici, ma si degni d’operar costi coi detti stampadori e librai che ristampino le prenominate mie opere fino ora pubblicate, cioè il Canzoniero , Y Occhiale e ’l Mondo nuovo\ ma il Mondo nuovo sopra tutto, il qual veramente non è ancora stato veduto, quantunque sia passati molti anni che usci in luce compito e quantunque sia lettura dilettevolissima. Il che è avvenuto ed avviene per li mali uffici de’ marinisti, i quali, con biasimarlo a vento e senza averne letto mai carta, lo screditano del continovo per tutte Taccademie e per tutti i circoli e librerie, tenendo ingiustamente soppresse le mie vigilie di trenta anni. Non è stato, dico, veduto: perché dopo le due imperfette edizioni di Piacenza, la prima compita ed intera, la qual fu questa di Roma, s’è spacciata quasi tutta in Roma sola, rimanendo, come si dice, «in vicinato»; e la seconda, la qual fu quella di Torino, s’è venduta in Torin solo ed in poco altro