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moderare il furore de’ raggi suoi? Quanto in V. S. illustrissima sia luminoso questo raggio, ha ben veduto e vede tuttavia del continovo il mondo, non solo nella cura ecclesiastica del suo arcivescovado ma anche in diversi altri maneggi secolari e di Stato a lei commessi, dove si nella parte distributiva come nella correttiva non ha mai lasciato male impunito né bene irremunerato, né negato ragione al supplicante né misericordia all’innocente, né tentato di contaminare l’ incorrotta integritá di questa vergine facendola o per prezzo mercenaria o per passione parziale; anzi, il tutto librando con salda e diritta misura, si è sempre dilettato di compartire i premi con giudizio, dispensare gli onori con prudenza ed imporre i pesi con discrezione. Ed ancorché ne’ suoi tribunali abbia ministri, magistrati ed ufficiali degni della sua prudentissima elezione, riserba Ella nondimeno sempre a se stessa la sopraintendenza in tutte le cause, massimamente capitali ; né può tanto in lei la morbidezza degli agi signorili o l’occupazione degli affari maggiori, che non voglia di tutte le cose distinta informazione e, con udire gli oppressi e con essaudire i miseri, dare uni versai sodisfazione a chiunque ricorre a lei. Dalla quale assidua e diligente cura nascono le buone leggi, i giudici sinceri ed insomma tutto il bene della felicitá civile.

Il quinto raggio è la prudenza, a cui s’appartiene sovrastare agli affetti dell’anima e con l’aiuto della ragione a guisa di propria famiglia reggergli e correggergli. E ben con ragion si rassomiglia questa virtú al raggio, poich’altro non è ch’un lume dell’ intelletto. Onde diceva Bione che quanto degli altri sensi è piú nobile la vista tanto la prudenza è piú degna dell ’altre virtú, perché si come l’occhio dá luce a tutto il corpo, cosí la prudenza illumina tutta l’anima, né l’altre virtú senza essa potrebbono essercitare gli uffici loro, le quali tutte ella come prencipessa governa, di tutte si serve ed a tutte dimostra l’ordine, il modo e l’occasione delle cose. Grandissimo bisogno ha il prencipe di questa, il cui maturo consiglio, seconcio che dice Seneca, con la memoria delle cose passate, con la disposizione delle presenti e con la cautela delle future, il tutto sa, il tutto intende ed al tutto provede. Ma chi piú prudente di V. S. illustrissima, in cui