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trinca eie giorni, fu cacato in su l’asciutto. Che piú? lo stesso Dio incarnato non volle trattenersi dentro la sepoltura se non per pochissime ore. Pensate voi come la possa passar io, che sono appena un semplicissimo omiciuolo, serrato dentro una caverna per nove mesi! Ardisco di rassomigliarmi al Salvatore, perché sono stato anch’io tradito da un altro Giuda: «Si inimicus meus maledixisset miái, sustinuissem utique, sed qui comedebat panes meos magnificavit super me supplantationem».

— Eh! — mi direte: — Cristo fu primamente in croce e poi resuscitato. — È vero: ma egli si diede in mano de’ giudei, che non ebbero riguardo alla sua innocenza; e io sono in potere d’un prencipe magnanimo, che non sa incrudelir co’ delinquenti stessi .

Ho voluto porvi innanzi gli essempi di costoro, che furono tutti uomini giusti; ma in buona fé mi dubito che, se la cosa fosse andata molto in lungo, averebbono dato d’un calcio alla santitá.

Quell ’altro meschino di Giobbe fu pazientissimo, come dicono i cronisti delle anticaglie: con tutto ciò si lamentava forte e gridava di cuore: «Miseremini ?nei, miseremini mei, saltem vos, amici mei». E perché? e perché? «Quia manus Domini tetigit me». Se per un semplice tocco delle dita di Dio faceva si grande schiamazzo, che averebbe egli fatto se si fosse sentito percotere a pugna chiuse, overo scudicciare a carni ignudo con uno scudiccio di scatto? Perdette un branco di pecore; ma pure l’avanzarono le pelli e le corna, delle quali dovette cavar parecchi baiocchi. S’egli avesse provato star in prigione a discrezione di chi non l’ha, non so se l’averebbe sofferto senza scapuzzare. Io si, che merito esser compatito, percioché il mio non è uno scherzo leggiere di una mano sola; ma me l’ha lasciate piombare gravemente adosso amendue, le quali se siano pesanti e tremende dicalo Paolo apostolo: «Horrendum est incidere in manus Dei viventis».

Ma mi consolo che, se l’incorrere nelle mani di Dio vivo è cosa orribile, il ricorrere a’ piedi di Dio morto, cosa dolce e soave. Questo unico refrigerio mi resta: picchiarmi il petto