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luci vermiglie, e lagrimose, e smorte,
. e torte,
lunge da te cosí sinistri auguri.
.cosí malvagi.
fa’ pur ragion che l’Africa non abbia.
fa’ pur pensier.
con doppio corso biforcate l’ortne.
con doppio corno.
pietoso in atto sospirando tacque
doglioso.
La custodia del ben, ch’ivi m’aspetta, mi richiama a le piagge a me natie.
Giá la custodia del mio ben m’aspetta, e mi richiama a le magion natie. da l’Olimpico armento, e da l’Eleo
da l’armento Pisano,.
era da Polifemo in ciascun loco.
.in ogni loco.
di palancati e di beltresche è chiusa.
.bertesche.
lunga ha la giubba, e d’un tabi cambiaste,
. cangiante,
uso a chius’occhi ad accertar lo scopo,
.ad affrontar.
Una sezione cospicua deh’errata-corrige parigino obbedisce all’impegno d’una piú puntuale (e puntigliosa) diligenza erudita, in ámbito geografico e cosmografico e storico e mitologico e di varia informazione; memore il Marino, per questa parte, del grosso scandalo imbastitogli contro a suo tempo dal parmigiano Ferrante Carli, quando il principe dei poetae novi s’era fatto prendere in castagna a scambiare in un sonetto l’Idra di Lerna col Leone Nemeo, e questo lapsus era parso sintomatico della fragilitá d’un sistema poetico perpetuamente ma genericamente allusivo e metamorfico. Nell’orgia di riferimenti alla piú disparata e illusionistica erudizione antica e moderna, che n eli’Adone si celebra, il timore d’incorrere di nuovo in intrighi del genere non era davvero infondato. Ed ecco le rettifiche, le precisazioni, e le previdenze mariniane in materia :
B) Correzioni e precisazioni erudite
I 142, 2
che del Cretico mar nel mezo è posta. che del mar di Panfilia in mezo.