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279.Floridauro e Rosano eran duo pegni,
d’una portata insieme al mondo nati,
e pargoletti ereditaro i regni
de’ Caspi alpestri, e de’ Rifei gelati.
Ma poi per colpa di duo servi indegni,
che giá dal morto Re furo essaltati,
a tradigion del regio scettro privi
n’andaro orfani un tempo, e fuggitivi.

280.Cresciuti in forze, e pervenuti agli anni,
mossero l’armi intrepidi guerrieri,
e vendicaro i ricevuti danni,
e racquistaro gli usurpati imperi.
Or giá vinti ed uccisi i duo Tiranni,
qua ne vernano i Giovinetti alteri,
e del color de l’erbe e de le foglie,
sparse di Soli d’oro, avean le spoglie.

281.L’oro forbito in su l’arnese verde
in cotal guisa folgora e risplende
che la vista abbarbaglia e la disperde,
e ’l finto Sol col vero Sol contende:
e contendendo al paragon non perde,
ché se raggi ne trae, lampi gli rende.
Ambo egualmente di due belle imprese
fanno a l’elmo ornamento, ed al pavese.

282.Ne l’una è un Sole, a cui velar la luce
tenta vii nube, e ricoprir la faccia.

    • Ingrata al genitor che la produce ”

dice il cartiglio che lo scudo abbraccia.
Xe l’altra il Sol istesso anco riluce,
che ’l malnato vapor distrugge e straccia;
e dice il motto in su la targa al tergo:
“ Io che ’n alto la trassi, io la dispergo