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47.L’ultimo è Dardiren, lá ne l’arena
nato ove nasce il solitario Oronte,
la cui serpente e flessuosa vena
ha tra ’l Libano e ’l Tauro il primo fonte.
Garzon di crespo crin, d’aria serena,
di viso grato e di modesta fronte;
non sol famoso a guerreggiar con l’armi,
ma maestro de’ suoni anco, e de’ carmi.

48.Duo archi, un da le corde, un dagli strali
usa, e con l’un e l’altro egli ferisce.
Quello stampa in altrui piaghe vitali,
questo dá morte a chi sfidarlo ardisce;
e de’ corpi e de’ cori ha palme eguali,
e la dolcezza a la fierezza unisce.
Sembra, di doppio arnese ornato il collo,
con la faretra e con la cetra Apollo.

49.L’arco guerrier che l’arma, e per traverso
da l’omero gli pende al fianco cinto,
è di tasso cornuto, assai ben terso,
con purpureo carcasso insieme avinto.
Di vario smalto e di color diverso,
sí comTride in Ciel, tutto è dipinto:
Iride sí, però che ’n guerra o in caccia
sempre pioggia di strali altrui minaccia.

50.Con lieto mormorio, con molte e molte
voci d’applauso il nome altier si lesse,
perché sapean le turbe intorno accolte
quanto in quell’arte il giovane valesse.
Sapean che ’l nibbio e l’aghiron piú volte
fe’ ch’a mez’aria in su ’l volar cadesse;
e ch’avria, non che ’n ciel giunto un augello,
diviso con lo strale anco un capello.