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303.Ma se talor per caso in lui scorgea
immodesto costume, atto villano,
severissimamente il corregge a
col ciglio, con la lingua, e con la mano.
Ed ei terror de’ gran guerrier, temea
del Vecchio inerme un cenno, un guardo estrano;
e quella destra, che poi vinse Hettorre,
a la verga temuta iva a supporre.

304.Oltre il cacciar, ne l’armonia sonora
il discreto Centauro ivi l’instrusse.
De le piante e de’ semplici talora
a dimostrargli la virtú s’indusse.
Vòlse a la scherma ammaestrarlo ancora,
acciò ch’esperto in armeggiar poi fusse.
Spesso fattoi montar su ’l proprio dorso
l’addestrava al maneggio, e spesso al corso.

305.Mentre sotto tal guardia e ’n tale scola
l’alto fanciul la disciplina apprende,
la temeraria vela ecco che vola
e ’l mio liquido sen per mezo fende;
ecco Paride tuo, ch’ad Argo invola
la bella, ond’llio alte ruine attende:
dico colei che fu giá da te stessa
de l’aureo pomo in premio a lui promessa.

306.Tornoinmi allora il gran presagio a mente,
onde vòlsi impedir che non venisse;
e Protheo il confermò, che parimente,
quando il vide passar, gran mal predisse.
Tòr dunque l’ésca a quell’incendio ardente,
e l’origin troncar di tante risse
che rapir mi devean l’unica prole,
io m’ingegnai con opre e con parole.