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151.Vider per tutto in congelate gocce
pender masse di vetro e di cristallo,
e fuso fuor de le forate rocce
in varie vene spargersi il metallo,
quanto ne purgan poi coppelle e bocce,
nero, livido, rosso, e bianco e giallo,
e giallo e verde ancor, vermiglio e perso
in ciascun minerai color diverso.

152.Tra quelle spesse e condensate stille,
e quelle zolle a piú color dipinte,
vedeansi sparse mille pietre e mille
di varia luce colorate e tinte,
ch’a guisa pur di tremule scintille,
o di fiaccole fioche e quasi estinte,
intorno e per la vòlta e per le mura
faceano balenar la notte oscura

153.Tosto ch’Adon de la calata alpestra,
giunto a l’ultimo grado, il fondo tocca,
passa, dietro a colei ch’è sua maestra,
de la cieca caverna entro la bocca;
quando sente scrosciar da la man destra
gran fiume, che con impeto trabocca;
ed ecco rimbombar l’atre spelonche
d’un orribil romor, come di conche.

154.Di quelle gemme, che per l’antro ombroso
lampeggiando facean l’aria men nera,
ed affisse nel sasso aperto e róso
illustrava!! la grotta e la riviera,
il barlume indistinto e tenebroso
gli servi di lucerna, e di lumiera,
e vide a gola aperta un Crocodilo,
di cui forse maggior non nutre il Nilo.