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127.Oltre l’avere, ond’ella abonda tanto
ch’ogni voglia può far contenta e paga;
oltre il saver, per cui riporta il vanto
de la piú dotta e piú famosa Maga,
vedrai beltá di cui non mira in quanto
circonda il Sol la piú leggiadra e vaga:
beltá che con colei contende e giostra
ch’adora per sua Dea l’Isola nostra.

128.Falsirena s’appella: ed è ben tale
che non le manca ogni perfetta cosa,
se non che ’l fasto in lei tanto prevale,
che non la scaldò mai fiamma amorosa.
Non cura amante ch’ai suo merto eguale
degno non sia di sí pregiata sposa;
né trovando di sé suggetto degno,
non vuole a basso amor piegar l’ingegno.

129.Vero è, ch’ell’ha per l’arti sue previsto
ch’amar pur dee; non so se ’n ciò s’inganni.
Amerá pur, ma non con altro acquisto
che di rabbiosi e desperati affanni.
Quindi per evitar fato si tristo,
si dispose solinga a menar gli anni.
Quindi escluder da sé sempre le piacque
ogni commercio. — E qui Silvania tacque.

130.Dal desio di veder ciò che ’l destino
porti di novo il Giovane invaghito,
de la Ninfa gentil, del Cagnolino,
che gli mostran la via, segue l’invito.
Il Cane adulator prende il camino
per l’ampia valle agevole e spedito,
e declinando il calle erto ed alpestro,
sceglie sempre in andando il piano e ’l destro.