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59.E fosti ad un bel fonte un dí guidato
a sentir verseggiar candidi augelli.
Poi ti condusse sovra un carro alato
in un paese bello oltre i piú belli,
dove se per piú dí fosti beato
tu ’l sai, soverchio fia ch’io ne favelli,
e s’accolte vedesti in varie squadre
quante furo o saran Donne leggiadre.

60.Quindi a seguir ti richiamò Fortuna
di vaghe fere le vestigia sparte.
La tua fedel però sempre importuna
ti consigliava a tralasciar quell’arte. —
E seguitò narrando ad una ad una
di que’ commercii ogni minuta parte,
e de l’occulte lor passate cose,
senza mentir parola, il tutto espose.

61.— Quanto dico — soggiunse — e quanto intendi,
tutto da la tua man raccoglier panni.
Trovo di piú, ch’agli amorosi incendi
sei fatt’ésca ancor tu, bersaglio a l’armi,
e d’amor per amor cambio le rendi:
infin tu l’ami, e ciò non puoi negarmi.
S’ami quant’ella, io non so dirti a pieno,
so ben che l’ami, o che l’amasti almeno.

62.E ti so dir ch’a dignitá suprema
ti fia dato aspirar sol per costei,
e ch’ad onor di scettro e di diadema,
la sua mercé, predestinato sei.
Qualunque tua necessitate estrema
protettrice non ebbe altra che lei,
e ti fu sempre in ogni tuo successo
o fortunato, o fortunoso, appresso. —

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