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67.Rompe le nubi e i turbini disserra
l’antenna folgorante e sanguinosa,
mari e monti travalca, ed ira e guerra
porta vibrata da la man crucciosa,
e vola a Cipro, e si conficca in terra,
onde ne piagne l’Isola amorosa,
e con chioma sfrondata e volto essangue
la rosa e ’l mirto impallidisce e langue.

68.Torse il carro ferrato, e ’n vista oscura
a quella volta il Nume altier si mosse.
Toccò i cavalli, e de la sferza dura
sentir fé* loro i fischi e le percosse.
Volge le luci si che fa paura,
di foco e sangue orribilmente rosse.
Al lume infausto de’ maligni lampi
pèrdono il verde i boschi, il fiore i campi.

69.Con quel furor, con quel fragor ne venne
bombii Dio degli elmi e de le spade,
con cui dal Ciel, su le vermiglie penne
vigorando se stesso, il fólgor cade,
qualor da la prigion, che chiuso il tenne,
fugge, e serpendo per oblique strade,
con tre denti di foco in rauco suono
sbrana le nubi, e fa scoppiarne il tuono.

70.Udí del mostro dispietato e fiero
Amor l’inique e temerarie voci,
e vide nel terribile Guerriero
minacciosi sembianti, e sguardi atroci,
onde del militar carro leggiero
precorrer vòlse i corridor veloci,
e spiegò tosto dal gelato polo
la bella madre ad avisarne il volo.