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95.Or chi può dir, quanti da te fur morti,
baldanzoso donzel, prodi guerrieri?
Ferracozzo fu il primo, un de’ piú forti
partigiani d’Orgonte, e de’ piú fieri;
e ben volgea, se non volgea si corti
i suoi stami la Parca, alti pensieri,
ma gli passò crudel saetta ed empia
tutto il cervel da l’una a l’altra tempia.

96.Poi vide Orcan, che la sua fame ingorda
pascea di strage, e facea prove eccelse,
e d’ostil sangue distillante e lorda
la scimitarra avea fin sovra l’else.
Tosto per porlo in su la tesa corda,
e commetterlo a l’aure, un strale ei scelse,
e torcendo il gagliardo arco leggiero,
fe’ d’una Luna scema un cerchio intero.

97.Volea gli accenti allor trar de la gola
l’altro, e scior contro lui la lingua irata,
quando in aprir la bocca, ecco che vola
a chiuderla al meschin la morte alata,
e la vita in un punto e la parola
per mezo il gorgozzuol gli fu troncata.
La voce intanto in fra le fauci mozza
gorgogliava bestemmie entro la strozza.

98.Vólto a Bravier, con quanta forza ei potè
lo strai pungente in su la noce incocca,
poi la fune a sé trae fin su le gote,
scaglia la canna, e sovra ’l braccio il tocca.
Nel pesce a punto il calamo il percote,
col pasmo a terra il poverel trabocca.
Egli noi cura, e palpitante il lassa,
indi sovra Cerauno ardito passa.