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GLI ERRORI

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55.Avean gli assalitori in quella parte
dove il legno s’incurva in su la fossa,
che molt’acque oziose intorno sparte
raccoglie, e forma una palude grossa,
acceso il foco, onde Vulcano e Marte
la fér tosto apparir fervida e rossa.
Ardea la torre, e de lo stuol rapace
le rapine rapla fiamma predace.

56.Sorge in groppi di fumo il foco al cielo
confuso, e scorre in queste parti e ’n quelle,
poi rompendo de l’aria il fosco velo,
s’allarga e snoda in lucide fiammelle.
Ricovra Cinthia al cerchio suo di gelo,
agli epicicli lor fuggon le stelle,
ché quella teme inaridir gli umori,
queste disfarsi a sí vicini ardori.

57.Per mille bocche, e con ben mille e mille
lingue stridendo e mormorando svampa.
Con acque ardenti ed umide faville
bolle lo stagno, e ’l margin tutto avampa.
Quivi si pugna, e di sanguigne stille
spruzzata ad or ad or cresce la vampa,
che spranghe, ed asse, ed ogni altr’ésca secca
divora, e i sassi morde, e Tonde lecca.

58.Chi da Torlo del ponte in giú trabocca,
chi da la ripa, e nel fossato affonda.
Altri dal ferro, che ’l persegue e tocca,
fugge, e nel foco inciampa, o muor ne Tonda.
Di su la vetta de l’eccelsa rocca,
da cui discopre Adon tutta la sponda,
chiaro il tutto gli mostra a l’aria bruna
lo splendor de l’incendio, e de la Luna.