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127.Or còlta ha l’erba rara e vigorosa,
non so ben dire in qual estrania terra,
contro la cui virtú meravigliosa
con mille chiavi indarno uscio si serra:
e se le piante alcun destrier vi posa,
ne svelle i chiodi, e lo discalza e sferra.
Con questa senza strepito o fracasso,
invisibile altrui, s’aperse il passo.

128.Carna, Dea de le porte e de le chiavi,
di quella entrata agevolò le frodi,
e di volger per entro i ferri cavi
l’adunco grimaldel mostrògli i modi.
Le fibbie doppie, i catenacci gravi,
le grosse sbarre, i ben confitti chiodi
e le guardie saltar d’intorno al buco
fé’ cosí pian, che non l’udí l’Eunuco.

129.Uditi ch’ebbe il messaggier del Cielo
del tribulato Giovane i lamenti,
a lui scoprissi, e con un molle velo
gli venne ad asciugar gli occhi piangenti.
Poi tutto pien d’affettuoso zelo
dolce il riprende, e con sommessi accenti,
che de la Dea tra’ suoi maggior perigli
cosí mal custoditi abbia i consigli.

130.E ch’avisato in prima, ed avertito,
stato sia sí malcauto, e sí leggiero,
che lasciato levar s’abbia di dito
quel don maggior di qualsivoglia impero,
e dato agio a colei, che l’ha rapito,
di porvi un falso anel simile al vero.
Poi de la gemma adultera e mendace
gli fa chiaro veder l’arte fallace.