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243.11 fier Leon con la Leonza invitta
Amor sol vince ed al suo giogo allaccia.
Piú da l’aurato strai geme trafitta
l’Orsa crudel, che da lo spiedo in caccia.
Fa vezzi al Tigre suo la Tigre afflitta.
lo qual co’ piè levati alto l’abbraccia,
l’osa il Destrier non trova, e par che piene
sol del foco del core abbia le vene.

244.Spira accesa d’Amor tosco amoroso
la Vipera peggior d’ogni altra biscia.
Fila per allettar l’Aspe orgoglioso
d’oro si veste, e ’ncontra al Sol si liscia.
Corregli in grembo, e lo scaldato sposo
seco insieme si stringe, e seco striscia.
Son baci i morsi, e sí gl’irrita Amore
che di piacer l’un morde, e l’altro more.

245.Dal suo Monton non lunge, a piè d’un lauro,
mentr’ei pugna per lei, stassi l’Agnella,
e per dargli al travaglio alcun restauro,
se riede vincitor, gli applaude anch’ella.
Arde il robusto e giovinetto Tauro
per la Giovenca sua vezzosa e bella,
e ne’ tronchi per lei l’armi ritorte
aguzza, e sfida il fier rivale a morte.

246.Xon ch’altro, i tronchi istessi, i tronchi, i tralci
senton dolci d’Amor nodi e ferite.
Chi può dir com’agii Olmi e confai’ Salci
l’Edra sempre s’abbarbichi, e la Vite?
E chi non sa, che se con scuri o falci
da spietato boschier son disunite,
lagrimando d’Amor cosí recise,
si lagnan de la man che l’ha divise?