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43.Rapito allora, e provocato insieme
dal suon, che par ch’a sé l’inviti e chiami,
da le cime de l’arbore supreme
scende pian piano in su i piú bassi rami;
e ripigliando le cadenze estreme,
quasi ascoltarlo ed emularlo brami,
tanto s’appressa, e vola, e non s’arresta,
ch’alfin viene a posargli in su la testa.

44.Quei che le fila armoniche percote
sente (né lascia l’opra) il lieve peso,
anzi il tenor de le dolenti note
piú forte intanto ad iterare ha preso.
E ’l miser Rossignuol quanto piú potè
segue suo stile, ad imitarlo inteso.
Quei canta, e nel cantar geme e si lagna,
e questo il canto e ’l gemito accompagna.

45.E quivi l’un su ’l flebile stromento
a raddoppiare i dolorosi versi,
e l’altro a replicar tutto il lamento
come pur del suo duol voglia dolersi,
tenean con l’alternar del bel concento
tutti i lumi celesti a sé conversi,
ed allettavan pigre e taciturne
vie piú dolce a dormir l’Ore notturne.

46.Da principio colui sprezzò la pugna,
e volse de l’augel prendersi gioco.
Lievemente a grattar prese con l’ugna
le dolci linee, e poi fermossi un poco.
Aspetta che ’l passaggio al punto giugna
l’altro, e rinforza poi lo spirto fioco,
e di Natura infaticabil mostro
ciò ch’ei fa con la man, rifá col rostro.