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gli ha come consacrati nella società moderna. Gli scrittori cattolici francesi più venerati, come il Chateaubriand ed il Montalembert, rimasero, per questo riguardo, molto più indietro del Nostro. Il Montalembert, per esempio, che conobbe il Manzoni a Brusuglio nel 1836, discorreva un giorno con esso intorno all’assetto politico che si poteva sperare o disperare di dare all’Italia. Il Manzoni disse tosto che il suo ideale sarebbe stata l’unità d’Italia con un Principe di casa Savoia. Sperava il Francese che il Manzoni avebbe fatta un’eccezione pel dominio temporale del Papa, non potendo ammettere che un cattolico supponesse possibile qualsiasi attentato contro di esso; e però strinse i panni al Manzoni, chiedendogli quello che contasse di fare del Papa-Re. «Quando vi ho detto (rispose il Manzoni senza scomporsi) che voglio l’unità con un Principe che non è il Papa, mi par d’avere già risposto in anticipazione alla vostra dimanda.» Nell’anno 1848, quando tutta l’Italia delirava per Pio IX e in casa dello stesso Manzoni il suo primogenito si faceva bello con la medaglia del Papa, il Manzoni fu de’ pochissimi che non si lasciarono sedurre da un entusiasmo, che a lui pareva più funesto che utile all’unità italiana. Egli non si lasciava trasportare dalle opinioni volgari, quando non gli pareva che il senso volgare fosse il buon senso; ma voleva camminare co’ suoi tempi, e progredire; anche nel modo di vestire, desiderando evitare ogni ridicola stranezza, fino agli ultimi anni di sua vita desiderava sempre mostrarsi uomo moderno. Di ogni ritorno al passato, di ogni passo che si dèsse per andare indietro, si doleva. Venerava i dom-