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libro settimo 251

spazio che fra le due porte intermedia. Può da questo dedursi che le mura di cui abbiam parlato, fossero sostituite alle antiche deboli e mal ridotte. Leggesi nell’iscrizione che queste mura de’ Veronesi furon fabricate per comando di Gallieno Augusto, sollecitando Aurelio Marcellino Duce Ducenario, cioè Comandante di due Centurie, con l'assistenza di Giulio Marcellino, l’anno che fur Consoli Valeriano, figliuol dell’Imperadore di tal nome e fratel di Gallieno, la seconda volta, e Lucilio, che da Pollione si dice congiunto di Gallieno: rivien tal anno a quello di nostra salute 265. Insegna quest’iscrizione, come Valeriano nè Augusto era allora, nè Cesare. In essa chiamasi Verona Colonia Augusta Nuova Gallieniana. Dal dirsi nuova e Gallieniana appare che nuovi coloni militari ci mandò Gallieno, secondo l’antico istituto di fortificare con aggiunta di Veterani le colonie che più n’avesser bisogno. E benchè credesse già Cicerone (Phil. 2) non potersi secondo il gius Pontificale condur nuova colonia dove sussistesse la prima con fausti auspizj già condotta, insegnò nell’istesso tempo, nuovi coloni potervisi però condurre. Non ci sovviene di colonia alcuna mentovala più dopo questi tempi, onde ne crediam questa l’ultimo esempio, e toccato a Verona l’onore dell’ultima participazione del sangue Romano. Il titolo d’Augusta, che veggiam dato a Verona in così nobil monumento, non si diede che alle gran città ed alle colonie per alcun Imperadore trasmesse.

Sotto Claudio Gotico succeduto a Gallieno