Pagina:Maffei, Scipione – Opere drammatiche e poesie varie, 1928 – BEIC 1866557.djvu/175


atto primo 169


e per sottrarmi torno con mio padre

che si è posto a seder di lá dal fonte,
e me ne vado. Addio.

SCENA II

Idalba, poi Ermondo.

Idalba.   Ben delicata

e schizzinosa è Ersilia; ella non gusta
le mode, e molto piú le gusto io,
bench’io sia vedova ed ella fanciulla.
Quel forastiero è leggiadro, è giocondo,
è molto conversevole e dimostra
d’esser anco di beni di fortuna
molto ben proveduto. Egli s’avvia
verso me.
Ermondo.   Che vuol dir, signora Idalba,
che non è Ersilia con lei?
Idalba.   Era qui
or ora, ma non so per qual premura
ha voluto partir prima del solito.
A lei senz’essa riuscirá noioso
il giardino e ’l passeggio.
Ermondo.   Il promenarsi
dove si trovi la signora Idalba
basta per dar piacere; ma per altro
negar non posso giá che quella figlia
non mi abbia incantato: fu la prima
ch’io vedessi in Livorno, e appunto in questo
pratello istesso d’alber’ cinto intorno,
da chi passeggia non tocco e che sembra
prestar ricetto opportuno e ritiro
per ragionare e amusarsi.
Idalba.   Avend’io