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la crisi argentina 35

La corrida, come fu chiamata, cioè la corsa di depositanti alle Banche, cominciò nel 1890 e finì nel 1891 col fallimento generale. Le Banche argentine fallirono. Il Banco della Provincia di Buenos Aires fallì per due miliardi. Era il terzo istituto di credito del mondo — prima di divenirne il primo istituto di.... discredito. Centinaia di milioni di sudati risparmî dei nostri emigranti furono perduti.

In quel violento, turbinoso accentramento d’affari e di lavoro si formò la Buenos Aires d’oggi, che così cara costa alla Repubblica. Alla sua vita manca la base.

Gl’interessi della capitale sono in contrapposizione a quelli delle provincie. Con ciò che è costato l’abbellimento, il lusso e la comodità di Buenos Aires, l’Argentina poteva mettersi comodamente in condizioni da vincere in tempo la concorrenza di quei paesi che hanno la stessa sua produzione: gli Stati Uniti, il Canadà, l’Australia, e fra poco si potrà aggiungere la Siberia.

Invece all’Argentina manca il primo elemento di successo, che sarebbe una viabilità a buon mercato e facile. La canalizzazione delle acque, la navigazione dei grandi fiumi che vengono tutti a riunirsi, come le stecche di un ventaglio, all’immenso Rio della Plata, hanno uno sviluppo insufficientissimo. Le ferrovie, tutte in mano di Compagnie inglesi, per il costo esagerato dei noli rappresentano uno sfruttamento rovinoso per il produttore. Le ferrovie hanno poi una sfera limitata d’azione lungo il loro percorso, tanto più ristretta quanto più elevato è il costo dei trasporti; e non esistono strade. Se si esce da Buenos Aires non si trovano comunicazioni. Tempo fa i soldati della guarnigione per recarsi ad un nuovo campo di manovre, qui vicino, smarrirono la strada. Dai grandi boulevards in asfalto illuminati a luce elettrica si passa al niente.