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il lusso nell'argentina 111


ma ancora più per le diffidenze dei capitalisti, per i rischi provenienti dalla «indelicatezza» commerciale, ecc. Sono poi resi enormi quando a tutto questo si aggiunge la ricerca disordinata del denaro provocata dal lusso e dal giuoco.

L’usura diventa una cosa normale. Un’infinità di famiglie va avanti impegolandosi sempre più nei debiti in attesa della volada — un colpo di fortuna — o di una nuova pioggia di ricchezze, come nel ’90. Gl’impiegati che sono al corrente dello stipendio spesso lo scontano ai primi del mese; quelli che da mesi non lo possono ritirare vendono il loro credito verso il Governo o la Municipalità per i due terzi o per la metà.

Nel piccolo prestito il 50% si chiama un interesse onesto. L’«interesse onesto» però non è comunissimo. Secondo le circostanze si vede applicato un tasso dell’80, del 100, del 200%. L’interesse si calcola a mesi, e si dice perciò modestamente il 5, l’8, il 10%. Ciò che in realtà è il 60, il 96, il 120%. Pullulano gli ufficî di prestito su pegni e su garanzie che fanno operazioni dal 4-1/2 per cento in su (al mese, s’intende). Il male è così vasto che non si nasconde più. Si «opera» alla luce del sole. Si vedono degli avvisi agli angoli delle vie, sui giornali, nell’interno dei tramways, sui siparî dei teatri, che dicono: «Dinero! Dinero! Chi ha bisogno di denaro vada in via tale, numero tale, ecc., succursali in tutta la città». Sono stabilimenti molto riconosciuti! La réclame applicata all’usura è l’ultima parola del progresso. L’usuraio diventa una persona per bene, un essere rispettabile e rispettato, bene accolto. Se ne incontrano per tutto, nei clubs, nelle Società e persino nelle redazioni dei giornali. Alla domanda: Chi è quel signore? — vi rispondono con indifferenza: uno strozzino — come vi dicessero un avvocato, un ingegnere, un dottore.

Vedremo, parlando dei nostri connazionali, la rovina