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monte nero 305


si passa vicino alle tracce di vasti accampamenti; al posto di ogni tenda è rimasto sui prati un quadrato di terra smossa contornato dalle pietre che tenevano fermi i lembi della tela. I battaglioni innumerevoli che gremivano quelle vallette sono scomparsi alla vista, avanzando, come per un incantesimo. Arrivando in mezzo ad un esercito, nella zona delle battaglie, non troviamo più che i segni delle sue soste, i funebri allineamenti degli oscuri quadrati di terra smossa che fanno pensare a miriadi di tombe nelle solitudini di un paese abbandonato. Un po’ per tutto le granate hanno aperti slabbrati crateri.

Un rombo di cannonate veniva ad intervalli dal nord, ora intenso, ora stanco, con momenti di sosta e riprese furibonde. È a Plezzo che si combatte ora, e forse dalle alture di Saga, dove un altro giorno andremo, potremo spingere lo sguardo nella conca famosa che abbiamo fatto nostra.