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156 fra i torrioni delle dolomiti


Dietro a noi, scalando l’ultimo ciglio, vedevamo inabissarsi la valle del Fiorentina, cupa, selvosa, colma di un’ombra perenne. Tra la ridente valle del Cismone, nella quale si adagia la pittoresca cittadina di Fiera di Primiero, che visitammo nella ultima escursione, e la valle del Boite, che da Pieve di Cadore e per Cortina d’Ampezzo incanala la strada che scende sulla Drava a Toblach, fra questi due passaggi principali, come abbiamo già visto fra la Val d’Adige e la Valsugana, si dirama tutto un labirinto di vallette e di gole che immettono a valichi e a passi, lungo le quali strade mulattiere od erti sentieri da alpigiani salgono a cercare un varco nelle selle dell’alta montagna, talvolta fino ai ghiacciai. La valle del Fiorentina è uno di questi solchi, nei quali il sole estivo non scende che per qualche ora al giorno. L’inverno non finisce mai completamente nel profondo, dove la boscaglia rigida dei pini accumula ombra su ombra, e le rare case di legno, basse, ricordano le isbe siberiane. Le pietre si coprono di muschi nell’oscurità verdastra della selva, come per difendersi dal freddo, e sui praticelli scoscesi un effimero alito di primavera fa schiudere una delicata flora nordica.

Anche qui la guerra si sparpaglia nei passi, si spezza, si trita, si fa guerriglia, mentre sulle grandi strade l’azione s’innerva. Da valico a valico vi è una lotta di appoggio, di fian-