Pagina:Luigi Barzini - Al fronte (maggio-ottobre 1915).djvu/10

vi prefazione

Nella loro visita al fronte i rappresentanti della stampa hanno cercato di portare all’anima aspettante della Nazione una conoscenza diretta e sentita, per quanto manchevole e sommaria, della lotta eroica che si snoda per vette e per valli su quasi seicento chilometri, dai ghiacciai del Cevedale e dell’Adamello al Golfo di Trieste.

Tutto quello che giornalisti di ogni regione e di ogni opinione hanno scritto dai campi di battaglia, non può non avere dato al paese argomenti infiniti di fierezza, di orgoglio, di conforto.

Le cronache frettolose e disordinate dei corrispondenti di guerra, sospinti dall’incalzare del tempo, sono risultate come una documentazione vissuta, umana, spesso palpitante e commossa, dell’entusiasmo guerriero e lieto delle truppe e del loro valore indomabile che la sapienza e la volontà del comando conduce.

Abbiamo visto come si combatte sull’eterno gelo delle più alte montagne, come si issano cannoni fino all’inaccessibile, come si creano per tutto nuove strade tagliate spesso nella viva roccia fino ai nevai, come si distruggono fortezze nemiche, come si lanciano ponti sotto al bombardamento, come si assaltano e si con-