Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
314 | xvii - rime varie o di dubbia autenticitá |
ii
Canto delle filatrici d’oro.
Filatrici d’òr siam, come vedrete,
se del nostro filar prova farete.
Consiste quasi il tutto nel tagliare
l’oro e saper le forbici menare;
e chi tagliando fa l’oro stiantare,
nel filar sempre dolersi udirete.
Quando si taglia il fil, s’è lungo e bello,
si cuopre me’ la seta assai con quello:
chi ’n scatola lo tien, chi ’n alberello;
ché l’oro assai si stima, e voi ’l sapete.
Sopra tutto al filar pulita e netta
esser si vuol, perché ad ognun diletta
un netto lavorío che ’l gusto alletta,
né mai piú bel che ’l nostro troverrete.
Non è l’anel di piccola importanza
a filar ben, ché non si vuol far sanza;
e, benché un fesso in quel fosse a bastanza,
spesso con molti usar lo troverrete.
Guardate queste giovani pulzelle,
che a filar sono leggiadrette e snelle;
e, se ’mpacciar vi piacerá con quelle,
pulito l’oro e netto troverrete.
Non abbiam altro a queste mai insegnato;
e, benché ’l tempo nostro sia passato,
del filar òr facciam qualche mercato,
tal che serviti ben sempre sarete.