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un'alluvione; si vedrebbero nelle mura delle case disotterrate delle fessure, conforme suol accadere ne' tremuoti; e soprattutto non si sarebbero ritrovate tante colonne all'impiedi al loro posto.

Un’altra prova del sotterramento di Pompei da una forte alluvione, si rileva da un fatto costante, che si osserva in detti scavamenti. Tutte le case, cioè, che vengono disotterrate, si ritrovano piene di lapillo, e ciò sia che abbian esse i tetti interi, coperte cioè da volte, o che sian queste rotte e sprofondate. Or le case e gli altri edifizj coperti, dovrebbero ritrovarsi voti, se Pompei fosse stata distrutta da una pioggia di ceneri lanciate per aria dal Vesuvio nell’anno 79. Da un’altra parte questo lapillo, che cuopre la città, non vi è venuto dal Vesuvio con lave volcaniche, perché di queste non sene sono ritrovate ancora in Pompei. Uopo è dunque dire, che vi fu trasportato dalle acque, ciò che vien anche dimostrato dalla posizione stratiforme del lapillo istesso, effetto dell’acqua, come ho fatto rilevare.

Finalmente la topografia di Pompei e delle vicinanze del Vesuvio dimostra, che il sotterramento della città fu cagionato da una forte alluvione, poiché Pompei giace nel luogo più basso d’un piano inclinato, che incomincia e scende dal Vesuvio, e termina al lido del mare, dove era Pompei. Questo piano inclinato prende l’estensione di sei miglia in circa. Or niente è più naturale di pensare, che le materie volcaniche lanciate da gran tempo dal Vesuvio, e giacenti in gran quantità sulle falde della montagna, furono indi impetuosamente strascinate da una