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terra vegetabile, o ceneri volcaniche, se pur si vuole, potean entrare in quel sotterraneo e ne' vasi, se fosse stata lanciata in aria dal Vesuvio in forma di pioggia, conforme pretendono gl'istorici, ma ciò potea accadere benissimo nella supposizione d'un'alluvione. Infatti la cantina è coperta da una volta solida; non ha apertura alcuna al di sopra; è priva di finestre, e riceve un piccol lume da alcuni spiragli, praticati nella parte superiore del muro dritto esteriore. Or allorché uno di sano criterio, e che ragiona si ritrova in quella cantina, e voglia figurarsi una pioggia di ceneri, o di lapilli, lanciata nell'istesso tempo dal Vesuvio, si persuade all'istante non poter accadere affatto il riempimento della cantina, e de' vasi vinarj, ancorché la pioggia durasse un anno, e ciò perché manca l'adito a tal uopo necessario. All'opposto il riempimento si spiega benissimo coll'alluvione, giacché le acque poterono entrare facilmente per gli spiragli indicati, strascinando seco la terra, la quale dopo dell'allagamento della cantina, dové necessariamente precipitarsi in essa e ne' vasi vinarj, nell'atto che l'acqua si asciugò.

Dalla struttura della cantina ho arguito pocanzi, che la terra vegetabile, dalla quale fu ritrovata ripiena, non potea in conto alcuno pervenirvi per aria, nella supposizione, cioè, della pioggia di ceneri lanciate nell’anno 79 dal Vesuvio, ciò che poté accadere benissimo ammettendo un’alluvione. Intanto un terzo fatto dimostra aver l’acqua soggiornato una volta nella cantina in quistione, per esservi rimaste le vestigia di essa; allorché, cioè, gli