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e ne' contorni de' volcani, per doverne dedurre essere tutte il prodotto della stessa cagione.

Questa genesi è quella degli strati più o mene densi di lapillo, strati che son fatti da piccioli pezzi di pomice e di lava, ed i quali quantunque volcanici, pure debbono la loro esistenza all’acqua, che ha riunite queste materie eterogenee, con averle spazzate via e depositate in luoghi più bassi e declivi di quelli, ne’ quali queste materie istesse prima si ritrovavano.

La geologia deve a voi, illustre mio professore, la dottrina e la distinzione classica delle montagne tutte in primitive, stratose, volcaniche, ed in quelle dette di alluvione; come anche son dovute a voi le caratteristiche delle varie specie di queste quattro classi di montagne. Per conto de’ monti di alluvione, avete dimostrato, che son essi fatti da rottami, arene, e terre, provenienti dallo stritolamento delle vette de’ monti primitivi e stratosi, depositati dalle acque nelle valli, ed in generale ne’ luoghi più bassi. Ma quel che avete insegnato al mondo geologico di queste due prime classi di monti, deve anche intendersi de’ volcanici, ciò che non è a mia notizia essere stato da altri scritto prima di me; cioè che da rottami di lave, di pomici, di tufi etc. posson anche prender origine, come di fatti avviene, i monti dì alluvione volcanici, qualora l’acqua trasportando via detti rottami, gli aduna e depone in un luogo più basso.

Or ciò accade agli strati di lapillo, come anche ai monti di tufo e di piperno volcanico, monti e strati ch’io chiamo volcanici-nettuniani, cioè volcanici