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Ma andiamo all’oggetto più classico di Pompei, onde possiate incominciare a dubitare meco ed a mettere in quarantina le cose degli antiquarj e degli storici, perché riguardo all’utile già s’incomincia, lode a Dio, a capire la frivolezza del sapere di questi letterati, che si reputano esclusivamente dotti, che anzi sapientoni, e che il volgo, solo perché parlan essi un linguaggio favoloso, che si perde nelle tenebre del tempo, ammira.

Non è oggi un punto assodato e classico in maniera di antichità, ridotto anzi a ad una specie di assioma istorico, che Pompei fu sotterrata e distrutta da una pioggia di ceneri volcaniche, lanciate in arai dal Vesuvio nell’anno 79 dell’Era Cristiana, sotto l’imperatore Tito?

E bene, ciò è falso. Falso! mi direte? Falso, sissignore, rispondo, falso rotondamente. tacete, per carità, sento replicarmi, perché si burleranno tutti di voi. Sia, soggiungo, ma io farò pubblicare un giorno questa lettera, a solo fine di far conoscere al pubblico, d’esser stato io il primo, che abbai parlato di questo errore classico della storia, e scosso dal letargo, in cui attualmente si ritrovan, i dotti di tutte le nazioni, riguardo a questo famoso punto di antichità.

Perché possiate capirmi, ed io giustificare la mia asserzione, incomincio dal premettere, che altro è dire aver il Vesuvio coperto Pompei con materie volcaniche, lanciate in aria dalla bocca del volcano, le quali dopo aver percorso un certo spazio, sian poscia, a guisa di pioggia, cadute sopra quella città (qual è l’opinione da XVII secoli concordemente