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studiata nel Belgio dai naturalisti Neyrinck, Delvaux, Cels, Rutot, ed ebbe il nome di industrie mesvinienne dal nome di un villaggio dei pressi di Mons.

In altri giacimenti assai più numerosi i vertebrati estinti sono rappresentati da scarsi resti di Elephas antiquus e Rhinoceros Mercki da Trogontherium Cuvieri, assai raro, e specialmente dall’orso delle caverne, dalla iena delle caverne (var. della H. crocuta), dal leone delle caverne (Felis leo, var. spelæa), dal leopardo (F. pardus, var. antiqua). A questo livello, che rappresenta il medioquaternario, i manufatti di pietra si riferiscono a forme più svariate, in parte analoghe alle precedenti, in parte diverse, cioè a lamine più o meno allungate (pugnali o coltelli) scheggiate a larghe falde, a punte triangolari più o meno ritoccate lungo i lati, a scaglie irregolari dai margini taglienti (raschiatoi) ecc.

Sottentra la terza fase quaternaria, nella quale vengono a mancare i mammiferi fossili che accennano a clima caldo e sono sostituiti in gran parte da tipi artici, confinati al presente in regioni più settentrionali; cioè il renne, il gran cervo d’Irlanda, l’Ovibos moschatus, il Bison Europæus od auroch, che vive ancora in Lituania, la Saiga tatarica, confinata al presente fra la Polonia e Altai, il Gulo spelæus, varietà del ghiottone, la marmotta, e tanti altri, cui si associano le specie estinte mammut (l’elefante glaciale dalla folta lana e dai lunghi velli) e Rhinoceros tichorhinus. Nei giacimenti riferibili a questa fase, cioè al periodo sopraquaternario, sono comuni i manufatti abbandonati dair uomo, e consistono in talune delle forme di selci già ricordate, alle quali si uniscono svariatissime punte di freccia e di lancia, coltellini, punteruoli, come pure in manufatti d’osso, di corno, di conchiglia, denti lavorati, di cui si dirà più innanzi (industries moustériennes, solutréennes' magdaléniennes ecc).