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piana 1. Gli ultimi orsi spelei, gli ultimi leoni, forse lo stesso rinoceronte velloso cadono esangui, colpiti dalla cuspide di pietra, ai piedi del potente avversario. Egli si copre di pelli ferine, si orna di conchiglie raccolte sulla vicina spiaggia, trae le sue armi e i suoi utensili dalla selce, dall’osso e dal corno. Già possiede il fuoco e se ne vale per cuocere la selvaggina di cui si pasce e riscaldar le membra irrigidite dal freddo. Le spelonche e le anfrattuosità che si aprono nelle rupi ferrigne dei Balzi Rossi, sono la sua dimora o il suo ricovero. Là chiude gli occhi al sonno, là trascina la preda sanguinosa per cibarsene, là fabbrica le sue armi e le sue suppellettili, là compone per l’ultimo riposo le salme dei suoi morti2.

Dopo il momento geologico segnato dallo estinguersi della fauna quaternaria non si verificarono che lievissimi mutamenti locali nella distribuzione relativa della terra emersa e del mare in Liguria, e ridotti, quasi, i ghiacciai ai loro confini odierni, il clima continuò, grado grado, a mitigarsi.

Quanto ai trogloditi dei Balza Rossi, sappiamo soltanto che disertarono gli antichi focolari. Furono essi cacciati da un invasore più forte? Abbandonarono la Liguria per altri lidi? Furono distrutti da un morbo micidiale? Mistero!



  1. Son pur notevoli la grandezza del piede, l’altezza insolita del tallone, la forma schiacciata della tibia, la lunghezza del radio ecc.
  2. Intorno alle caverne dei Balzi Rosei si consulteranno con profitto le memorie di E. Rivière e specialmente quella che ha per titolo: Paléoethnologie; de l’Antiquité de l’Homme dans les Alpes- Maritimes, (Parìs 1878-79).