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visetto malinconico argomentai quanto dovesse soffrire. Lo chiamai e quando l’ebbi vicino me lo strinsi ripetutamente fra le braccia, baciandolo. Incoraggiato da quelle carezze, il poverino mi pose tra le mani un involtino e fuggì vergognoso.

Sorpresa e incuriosita, lo aprii senza che nessuno potesse accorgersene. Vi erano.... indovinate!.. Tre pallottoline di zucchero!

Lo richiamai subito da me.

— Lo sapevi che mi piacesse lo zucchero? gli chiesi sorridendo.

— Me lo sono figurato! Mi piace tanto a me!

— E tu, ripresi commossa, l’hai certo chiesto alla mamma e....

— No signora! replicò prontamente, non ho chiesto nulla a nessuno; glie l’ho serbato proprio io, di mio....

— Ma pure....

— La nonna, quando mi dà il caffè e latte, mi mette sempre nella chicchera due o tre pallottoline di zucchero per indolcirlo. Io ho levato lo zucchero....

— E il caffè e latte?... chiesi con la gola serrata.

— L’ho preso amaro!




Mario, piccolo Mario, dove sei tu? Forse il fumo delle officine avrà annerito il tuo viso d’angelo,