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Alessio e Pietrino si ritirarono dalla finestra proprio di malincuore; pareva a loro, finchè fossero rimasti lì, di non esser poi tanto lontani dalla mamma e di doverla rivedere da un momento all’altro. Ma bisognava esser ragionevoli, lo avevano promesso e per un bambino a modo le promesse sono sacre.

La mamma aveva assegnato loro per lezione un capitoletto della storia sacra e due pagine di calligrafia: dopo, potevano ruzzare e baloccarsi finchè fosse loro piaciuto.

Alessio e Pietrino si misero subito all’opera: ma sia che Pietrino avesse più memoria e maggiore scioltezza di mano, sia che non curasse troppo la precisione e studiasse le cose a pappagallo, il fatto sta che in capo a una mezz’ora aveva bell’e finito: e il povero Alessio era ancora alle prime righe del «Sacrificio d’Isacco

Ora ditemi un po’, bambini miei: che cosa avreste fatto, voi, nel posto di Pietrino? Vi sareste messi quieti, in un canto, a baloccarvi coi soldatini o a guardare le figure della storia sacra, non è vero? Così il vostro fratellino avrebbe avuto agio di finir la lezione senza furia, senza sbagli, eppoi sarebbe venuto con voi nel cortile.

Ma queste non erano le idee del signor Pietrino, il quale, se non poteva dirsi un cattivo ra-