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luogo che meglio le conviene, vi si abbarbica e a poco a poco avvolge nel suo tessuto gli scogli, le piante e perfino gli animali che le sono vicini.

I buchi, o fori, o pori della spugna comunicano tra loro, e finchè l’animale è vivo, l’acqua vi circola liberamente e dà a questo il nutrimento necessario.

Verso gli ultimi di aprile o i primi di maggio, si staccano dalla cavità delle spugne alcuni ovicini, i quali vengono trasportati dalla corrente a ineguali distanze.

Queste uova, non appena hanno trovato il luogo adatto, vi aderiscono e gradatamente divengono spugne: La spugna viva è ricoperta da uno strato di sostanza muccosa, appiccicaticcia, che si corrompe e si stacca dall’animale, non appena questo viene staccato dal fondo dei mari.

Le spugne possono essere di varie grandezze: ve ne sono delle piccolissime e di quelle così enormi, il cui volume supera perfino un metro di diametro. E se ve ne sono di ogni grossezza, hanno anche forme svariatissime.

Le spugne che vivono nei fiumi sono poco resistenti e non vengono adoperate in alcun uso: e poichè la pesca più abbondante di questi animali si fa, come vi ho detto, nelle tepide acque del Mar rosso e del Mediterraneo, così i pescatori di spugne sono quasi tutti Greci, Arabi e Messicani.