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Da ciò vedete che prima di divenir farfalla, mosca, o, in una parola, insetto perfetto, il nostro animalino dev’esser uovo, larva e crisalide. Spero che non dimenticherete queste piccole notizie, le quali vi gioveranno non poco, quando intraprenderete degli studi più importanti.

Dianzi parlandovi delle vespe, vi ho taciuto il nome di una specie di vespa, dalla quale l’uomo ritrae grandi vantaggi: intendo parlare dell’ape. Ne avete mai vedute?

Quando questi animalini si sono riuniti in un dato numero, ossia hanno formato uno sciame, scelgono, per stabilirvi la loro dimora, un luogo oscuro, caldo e asciutto, o nella cavità d’un albero o in una spaccatura di roccia. Trovato il luogo adattato, che noi chiamiamo alveare, le api si mettono subito al lavoro: cominciano a ripulirlo da ogni immondizia e quindi, con una materia che esse stesse fabbricano, turano ogni buco, ogni apertura, lasciandone una sola per l’entrata e per l’uscita. Nell’interno della loro casina o alveare, costruiscono quindi un numero determinato di cellette a sei angoli, ossia esagone, dove ripongono il miele e la cera che esse succhiano dai fiori.

Voi tutti conoscete la cera, la quale serve a tante applicazioni di medicina, di arti e mestieri, e illumina sì splendidamente le nostre chiese e le no-