Pagina:Lezioni accademiche.pdf/142

86 LEZIONI

var fuori Q. Fabio dalle fortificazioni; ma tutto indarno. Se ne passa Annibale a Samnio, e poi a Benevento, quindi a Telesia. Q. Fabio sulla cima de’ colli, gli cammina al pari, e subito, che porta l’occasione il fermarsi, benche per pochissimo tempo, si fortifica al solito negli alloggiamenti. Annibale discende sul Volturno, ecco a fronte di lui Q. Fabio si trinciera sul monte Massico: il medesimo avviene sul monte Callicola, e poi nel Castel Casilino. Annibale si volta verso la via Appia, che conduce a Roma; Q. Fabio sulla medesima strada si fortifica, pigliando un posto sovra un colle assai erto, e scosceso. Annibale, per farlo diloggiare trova quel suo famoso strattagemma, che oramai da ciascuno si sa; lega sulle corna a due mila tori gran fasci di sermenti, e fascine; e poi dandogli fuoco sul mezzo della notte, indirizza verso il posto de’ Romani quelle bestie infuriate, con un incendio per ciascuna sul capo. Conobbe Q. Fabio, che quelli non eran soldati, che avessero occupato il monte, ma una invenzion militare, per farlo uscir da’ quartieri, e poi disfarlo: però stette saldo ne posti fortificati, e sicuri. Annibale s’incammina verso il campo Alisano; ecco Q. Fabio sopra il monte Alisano si fortifica. Annibale disperato si parte alla volta di Sulmona, e Q. Fabio sempre nell’istesso modo lo perseguita. Accade, che in questo tempo Q. Fabio fu richiamato a Roma, e in suo luogo furono mandati a comandar l’esercito ambidue i Consoli Romani di quell’anno. Annibale intesa la nuova di questa mutazione, giubbilava d’allegrezza, pensando che i Consoli non fussero per seguitar lo stile di Q. Fabio; ma s’ingannò. Per tutto dovunque egli andava, i Consoli ammaestrati gli si fortificavano a fronte, coll’arte tanto salutare imparata da Q. Fabio. In ultimo Annibale vinto dalla disperazione, vedendo di non poter combattere, ne accostarsi verso Roma, pensa un altro strattagemma; si parte di mezza notte, con tutto l’esercito da’ suoi quartieri, e si nasconde dietro a un monte, che gli era vicinissimo, acciò i Romani credessero, che egli fusse fuggito, e lo seguitassero. I Consoli vedendo gli alloggiamenti abbandonati da’ Cartaginesi, mandano una Compagnia di Cavalli a certificarsi. Questi vanno, e poi tornano, e riferiscono che i padiglioni sono aperti, che le cose


più