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250 lettere d una viaggiatrice

demmia, assai bizzarramente, è durata tutta una non breve stagione d’inverno — primavera, da metà dicembre a metà aprile, toccando il suo ricco e brillante apogeo fra febbraio e marzo, in queste ville bianche contro il mare glauco, ville dalle candide balaustre, adorne del geranio roseo, in questi alberghi soleggiati e ventilati, fra i giardini pieni di palme ondeggianti flessuosamente, al soffio del Mediterraneo; e, adesso, essa è terminata la vendemmia, dovunque, da Sanremo a Saint Raphael, da Bordighera a Cannes, terminata, salvo per gli ultimi ammalati che proprio non possono guarire, salvo per gli ultimi giuocatori, che, proprio non sanno distaccarsi dal Cercle des étrangers di Montecarlo. Già, ai venticinque marzo, la partenza cominciava per quelli che erano lì da due o tre mesi, continuava verso la fine di marzo, per chi era lì da quaranta giorni e ai primi di aprile si segnalavano, le partenze di coloro che potettero vivere in beatitudine snobistica soltanto venti giorni. Dovunque ma sovra tutto in Francia, in Inghilterra, in Russia, dall’aprile in poi, comincia la grande stagione di Parigi, di