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LETTERE

possibile (Amico mio carissimo) che non vogliate ricordarvi, che la Fortuna con l’huomo non serba fede, e che trà lei, e lui, non c’è mai pace ferma? non si può lungamente durare nelle felicità della Fortuna, attesoche nel colmo de’ suoi favori, o ella mutandosi lascia noi, o noi morendo lasciamo lei; dunque è molto meglio esser lasciati, che lasciare. La Fortuna benche da noi si parta, finito il suo giro torna più ridente, e più seconda che mai; ma se non ci partiam da lei per colpa di Morte, non è ’l ritorno possibile, dunque, perche vogliam porre tanta speranza ne’ suoi beni, che passano? Par à me, che felici son coloro, che non desiderano, e non provano felicità di fortuna, conciosiacosache la più misera sorte, che l’huom molesti è l’essere stato fortunato: Credete à me, che la felicità di questo Mondo, o non vien compiuta, o come sarebbe nostro desiderio, non dura sempre. Trovatemi uno per felice che sia trà noi, che non contenda con la qualità del suo stato. Uno abbondarà di ricchezze, e non trovarà pace in se stesso, per esser privo di quella nobiltà di nascimento che desidera. Un’altro sarà nobilissimo, e per antecessori, e per propria virtù, con tutto ciò sarà tant’oppresso dalla povertà, ch’egli havrebbe per somma ventura, o l’esser ignobile, o non conosciuto per nobile. Uno sarà nobile, virtuoso, e ricco; ma continuamente infermo, onde sarà astretto ad odiare, & à disprezzar non solamente la nobiltà, la ricchezza, e la virtù; ma la propria vita. Un’altro viverà sano, gagliardo, colmo d’ogni gratia, e pure s’affliggerà non havendo


moglie