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Ivi dinanzi all’inamabil soglia
     Di partir si convenne a’ due viventi,
     Per non poter, benchè n’avesse voglia.
     Dedalo penetrar fra’ topi spenti,
     Non sol vivendo, ma nè men se spoglia
     Anima andasse fra le morte genti:
     Che non cape pur mezza in quella porta
     La figura dell’uom viva nè morta.

4


Maggiori inferni e dalla sua statura
     Ben visitati avea l’uom forte e saggio,
     E vedutili, fuor nella misura,
     Conformi esser tra lor, di quel viaggio
     Predetta aveva al topo ogni avventura,
     Ch’or gli ridisse, e fecegli coraggio,
     E messol dentro al sempiterno orrore,
     Ad aspettarlo si fermò di fuore.

5


Io vidi in Roma su le liete scene
     Che il nome appresso il volgo han di Fiano,
     In una grotta ove sonar catene
     S’ode e un lamento pauroso e strano,
     Discender Cassandrin dalle serene
     Aure per forza con un lume in mano,
     Che con tremule note in senso audace
     Parlando, spegne per tremar la face.