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j 7$ Dtnn MEMORABILI $ maschere, ciascuna delle qual- nelle nostre ctxti- medie antiche, lia da pei tutto un nome, un abito, un’indole; ma nel rimanente vana in ciascuna- commedia# Non lascio scr-tta, cosa alcuna di filosofia, nò d’altro die non appartenesse a uso privato. E dimandandolo* alcuni perchè non prendesse a filosofare anche n isi'sritto, come soleva fare a voce, e noti deponesse i suoi pensieri nelle carte, rispose; jj leggere è un conversare, che si & con ohi scrisse. Ora, come nelle lèste e nei sollazzi .pubblici, quelli che non sono & non credono di esser parte dello spettacolo, prestissimo si annoi apo; così nella conversazione è più grato generalmente iJ parlare che ] ascoltar3. Ma i libri per necesj ita sono come qnellfe persone ohe stando cogli altri, parlano sempre esse, e ncn ascoltare* ma-, Per tanfo è di bisogno che il libro ri oa molto buone e belle cose, e dicale molto bene; acciocché dai lettori g\i siia perdonato quel parlar sempre. Altrimenti è forza che così viHìga n odio qualunque libro, come o li parlatore insaziabile. CAPITOLO SECONDO •; : - Noti» ammetteva distinzione da. negozi a'* trastulli ; e sempve che era stato occupato ii> qua-- hmqiie cosa, per grave clic ella- foss^s, diceva di essersi trastullato* Solo se* talvolta era stato qualche poco d’ora se-n^a ocfrnpaz ?ne, confessava non ^vere avuto in quell’ intervallo alcun passatempo.